(Dopo una discussione con mia moglie)
La chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore metteva l’amore
La chiamavano Bocca di Rosa metteva l’amore sopra ogni cosa.
[…]
C’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione,
Bocca di Rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione.

“Bocca di Rosa” viene spesso celebrata come un inno femminista: un manifesto dell’emancipazione della donna dal secolare ruolo impostole dal patriarcato, quello di riproduttrice fedele che lava stira cucina e la dà solo al proprio marito.
Ma se non fosse proprio così? Se in fondo in fondo (ma neanche poi tanto) Bocca di Rosa fosse un altro esempio di male gaze? Se insomma fosse una canzone maschilista?
Dopo oltre mezzo secolo dalla sua uscita, ci possiamo permettere di guardare con sguardo più distaccato e critico a uno dei capolavori di De André (che resta il più grande poeta della musica popolare italiana del Novecento, a parere di chi scrive).

Partiamo da un assunto. Bocca di Rosa, nella canzone, piace solo agli uomini.
Chi c’è alla stazione di Sant’Ilario a darle l’addio quando vi viene condotta malvolentieri dai gendarmi (uomini)? C’erano tutti, dice De André, ma subito dopo si capisce che quei “tutti” sono solo uomini, dal commissario al sacrestano, con gli occhi rossi e il cappello in mano.
Chi c’è alla stazione successiva, a salutarla? Molta più gente di quando partiva, certo, ma ancora una volta questa “gente” è composta solo da uomini, chi manda un bacio, chi getta un fiore, chi si prenota per due ore. Persino il parroco che non disprezza, tra un miserere e un’estrema unzione, il bene effimero della bellezza.
E le altre donne? Dove sono? Sono quelle che odiano bocca di rosa, le celebri comari d’un paesino che all’inizio inveiscono contro la bella per gelosia, e poi vengono spronate da una vecchia zitella senza mai figli, senza più voglie, che rivolgendosi alle cornute le apostrofò con parole argute: Bocca di Rosa va denunciata alle autorità e mandata via.

Così, proprio quelle donne che dovrebbero passare per le vittime del sistema oppressivo patriarcale, costrette a stare in casa e obbedire e riprodursi e allattare e crescere i figli e basta, vengono invece derise come cagnette gelose e inviperite, che magari la sera non sono neanche così vogliose di fare l’amore coi propri mariti e allora questi si rivolgono “a buon diritto” a chi può soddisfare le loro voglie.
Probabilmente De André con Bocca di Rosa voleva criticare certe forme di potere e di stereotipi sociali, ma nella canzone rimane irrimediabilmente schiavo dello stesso maschilismo che intendeva demolire. Il potere sociale degli uomini sulle donne, in fondo, non è mai messo in discussione. Gli uomini non vengono mai criticati, in questa canzone; solo le donne, che passano per povere sceme senza che venga mai chiamato in causa chi le costringeva nel loro ruolo.

A riprova di questa tesi, si prenda il famoso episodio della strofa che De André ha dovuto cambiare, l’unica in cui compariva una velata critica a un’istituzione composta allora soltanto da uomini. Nella prima versione della canzone, si diceva che spesso gli sbirri e i carabinieri al loro dovere vengono meno, ma a quanto pare l’Arma dei Carabinieri se la prese, tanto che alla fine la strofa divenne il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri: insomma, il potere istituzionale maschile non si può criticare, anzi è bene ribadire che i carabinieri hanno il cuore duro e al loro dovere non vengono mai meno, mentre su tutto il resto nessuna obiezione. La canzone va bene, e si capisce perché.
Bocca di Rosa, infatti, non è altro che l’archetipo della donna perfetta secondo la fantasia maschile, quella che arriva e te la dà così, per passione, gratis, senza chiedere niente in cambio, né i soldi né alcun impegno: il piacere senza la fatica della relazione, che poi magari un giorno Bocca di Rosa ha i piedi puzzolenti e neanche a te fa tanta più voglia. Neanche ha un nome proprio, Bocca di Rosa: non è una persona, è un mito, una Dea.
Infatti, alla fine, c’è una bella processione. Una processione di uomini, certo, che portano in corteo una Vagina.
E le comari restano a casa, a lavare stirare cucinare.

Terrific!